Indecisi se comprare un cardiofrequenzimetro o un contapassi? Si tratta di due oggetti simili, per alcune funzionalità, ma il primo è molto più completo del secondo nel fornire i dati sia riguardo le prestazioni sportive sia sulla propria salute. Anche il prezzo è diverso. Alcuni cardiofrequenzimetri di ultima generazione possono arrivare a costare centinaia di euro, ma è vero che il mercato propone anche modelli molto economici. Il prezzo dei pedometri è invece molto più abbordabile.
A chi è consigliato un contapassi e a chi un cardiofrequenzimetro?
Se si pratica poca attività fisica è indicato senz’altro il contapassi. I modelli più semplici li contano, appunto, senza però distinguere tra quelli di una camminata e di una corsa, né di ricordare a che ora sono stati percorsi né a quale velocità, né la lunghezza del tratto percorso. Il minuscolo sensore comunica la loro quantità, che idealmente, dovrebbe essere di almeno 5.000 al giorno per assicurare al proprio corpo un discreto benessere. L’ideale però sarebbero 10.000 passi, stando alle affermazioni dell’Oms, Sono quindi validi compagni che durante la giornata ci ricordano di non essere sedentari.
Il cardiofrequenzimetro è uno strumento più completo e complesso, proposto in molteplici varianti per andare incontro a esigenze diverse in base a età e discipline sportive praticate. Utilizzato fino agli anni ’80 come strumento per il monitoraggio della frequenza cardiaca per pazienti con patologie cardiocircolatorie e confinato al contesto medico, ha conosciuto negli ultimi anni una rapida evoluzione e moltissime innovazioni.
Dall’originario modello a fascia toracica, piuttosto ingombrante e scomodo, si è arrivati al modello da polso con sensore ottico integrato. Grazie a questa maggiore praticità e all’evoluzione del software che è in grado di fornire dati sempre più precisi sull’attività cardiaca, ha ampliato sempre di più il proprio target, rivolgendosi soprattutto agli sportivi di professione, ma non solo. Viene utilizzato sempre più spesso anche da chi pratica sport solo saltuariamente e da chi, colpito da patologie cardiache, desidera monitorare i propri valori cardio anche da casa.
In sintesi illustriamo il meccanismo che sta alla base del pedometro, e una breve descrizione dei principali modelli in commercio, dopodiché passiamo a descrivere le due tipologie di cardiofrequenzimetro.
Pedometro, una sferzata alla sedentarietà con i 10.000 passi al giorno
Il contapassi, o pedometro, solitamente si basa su un sistema semplice di taratura, che consiste nel misurare il numero dei passi su una determinata lunghezza di percorso dalla falcata individuale. In modo indiretto, riesce quindi a indicare anche la distanza e la velocità. Anche questo attrezzo, come il cardiofrequenzimetro, era rivolto a un target limitato di utenti, principalmente sportivi. Ora invece, è sempre più diffuso su larga scala, soprattutto negli ambienti del wellness. Come già scritto sopra molti dispositivi, soprattutto quelli di prima generazione non sono in grado di distinguere tra passi e corsa, ma anche altri movimenti come ad esempio quello di allacciarsi le scarpe, rischiando così di alterare le rilevazioni. Questo difetto è stato superato dai modelli più recenti i cui sensori sono in grado di distinguere i diversi tipi di movimento e settare in modo differente corsa e camminata.
Il modello migliore è quello con una sensibilità del rilevatore in grado di conteggiare solo i movimenti reali e non quelli apparenti a cui si accennava prima, oltre alle oscillazioni della gamba, ad esempio.
Se l’obiettivo è quello di raggiungere 10.000 passi in una giornata, che corrispondono a 8 chilometri, ecco che il contapassi indica quanto si è vicini all’obiettivo e quali miglioramenti abbiamo fatto da quando abbiamo iniziato a indossarlo. Le marche leader nella produzione di attrezzi fitness sono anche quelle in grado di proporre gli strumenti migliori, trattandosi di brand che da anni investono sull’innovazione tecnologica e il design dei loro modelli, anche se la scelta non può mai prescindere da gusti e preferenze personali. Se si cerca davvero solo un contapassi e nient’altro, è sufficiente prestare attenzione a quanto scritto sopra sulla sensibilità del rilevatore. Se invece si vuole accedere anche ad altre informazioni, alcuni modelli indicano il dispendio delle calorie calcolato in base alla velocità del passo e alla distanza percorsa. Sono inoltre disponibili informazioni su meteo e altitudine, ma piuttosto approssimative rispetto a quelle fornite dal cardiofrequenzimetro. Tante le varianti del contapassi: da portare alla cintura, al polso come un orologio oppure simile a un bracciale oppure tascabile. Pratici, economici e poco ingombranti.
Più precisione nelle rilevazioni con il cardiofrequenzimetro
Veniamo al cardiofrequenzimetro la cui funzione principale è appunto quella di calcolare la frequenza cardiaca al minuto. Il meccanismo alla base del suo funzionamento, che è lo stesso, sia per il modello a fascia che per quello da polso, sta nella rilevazione del battito attraverso appositi sensori a contatto con la pelle.
Il modello a fascia si indossa sul torace, dove le rilevazioni dei sensori vengono inviate a un dispositivo che comunica l’esatta frequenza cardiaca.
Il modello da polso si presenta invece come un orologio, in questo caso la rilevazione del battito avviene grazie ad un sensore di tipo ottico integrato, senza che sia necessaria la fascia cardio. Attraverso questa tecnologia, basata sul principio di riflessione della luce, che segnala il passaggio di flusso sanguigno in modo diretto, sono le vene che scorrono sotto il polso ad essere monitorate per la rilevazione.
Nei modelli più recenti i dati possono essere trasferiti su Pc o smartphone (tramite ricevitore Ant+), dove vengono analizzati e rappresentati attraverso dei grafici. Tutto il materiale può quindi essere archiviato e costituire un database sulla propria attività cardiaca, oltre che sulle proprie prestazioni sportive, per valutare i progressi nel corso del tempo.
Si tratta di uno strumento utile e piuttosto preciso nella rilevazione, anche se tra i due modelli, si ritiene che quello a fascia lo sia in misura maggiore. Per la sua maggiore comodità però è molto più venduto il modello da polso. Sia per chi svolge attività sportiva solo un paio di volte la settimana o è all’inizio di un allenamento sia per chi la pratica in modo intensivo e/o professionale, è consigliato avere un cardiofrequenzimetro, dell’uno o dell’altro tipo. Il calcolo della frequenza cardiaca durante gli allenamenti serve infatti a poter regolare l’intensità dello sforzo e a capire se sia possibile spingersi oltre o fermarsi, ma anche per valutare come poter migliorare i propri parametri e aumentare così la soglia di resistenza.
Ma c’è anche una via di mezzo…
Sulla scelta tra pedometro e cardiofrequenzimetro deve essere chiara la diversa finalità dei due strumenti. Se si è alla ricerca di precisione e dettagli dei dati mentre ci si allena, allora è sicuramente meglio un cardiofrequenzimetro. Se però un pedometro non basta ma un cardiofrequenzimetro sembra troppo impegnativo perché magari si va in palestra solo due o tre volte la settimana o si fa jogging solo nei week end, magari può essere utile un fitness tracker con le funzionalità essenziali, ad esempio.
Il Fitness Tracker è in grado di registrare i passi, il loro ritmo e l’orario in cui si fanno, di dialogare con i computer e gli smartphone per il trasferimento dei dati, da cui si può capire come ci si allena, con l’obiettivo, ad esempio, di dimagrire o di camminare di più. Il costo di un Fitness Tracker che ha solo queste funzioni è piuttosto accessibile accessibile ed è una via di mezzo tra contapassi e una Smartband, che ha invece con un costo più elevato ma controlla con maggiore precisione le diverse attività sportive.