Non si tratta di misurate le performance, non contano passi o chilometri percorsi e non calcolano le calorie bruciate nel corso della giornata ma di controllare che i parametri del bebè siano a posto. Il cardiofrequenzimetro per neonati deve soddisfare soprattutto questa esigenza. Non si tratta di essere genitori apprensivi, o per lo meno, la finalità per cui sono stati creati, principalmente, non è la loro tranquillità, ma la salute del piccolo. Così, accanto ai wearable per sportivi si stanno facendo spazio questi dispositivi che si stanno rivelando sempre di più un utile supporto per i neogenitori.
Possono avere varie forme, ma quella del braccialetto rimane una delle più utilizzate. Il neonato lo indossa e il sensore lo tiene monitorato e avverte in caso di necessità. Il piccolo bracciale invia un flusso continuo di dati accurati dal bambino ai suoi i genitori tramite connessione Bluetooth Low Energy.
Il dispositivo è programmato per rispondere a una serie di domande preimpostate del genere: “il mio bambino sta respirando correttamente?”, oppure, “ha troppo caldo o freddo?”. Attivo anche il controllo della frequenza cardiaca, la saturazione di ossigeno, lo stato termico, e il rumore ambientale del luogo in cui si trova il bimbo. Ai genitori capita raramente di stare lontani dal neonato, ma il dispositivo può essere un aiuto i nei casi di stanchezza, quando il bambino non dorme.
Il cardiofrequenzimetro per bebè non è un dispositivo medico
I cardiofrequenzimetri per neonati non sono dispositivi medici. Alcune aziende produttrici si stanno però adoperando perché la statunitense Fda (Food and Drug Administration), ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dia la sua approvazione su questo tipo di apparecchio.
Il bracciale è dotato di sensori in grado di tenere sotto controllo la respirazione, che per i piccolissimi è un parametro molto importante, grazie al monitor di frequenza cardiaca. Ma non solo. Riesce anche a verificare il livello di ossigeno nel sangue di un bambino che è uno dei primi campanelli d’allarme di malattie cardiache o problemi respiratori.
Può verificare la temperatura del bebè e, nel caso in cui i genitori lo vogliano fare, consente anche di ascoltare (discretamente) la situazione ambientale in cui si trova il neonato mentre è affidato alle cure della baby-sitter. In questo il bracciale è simile ai tradizionali Baby Monitor. Sono tuttavia in grado di distinguere suoni normali e suoni “insoliti” che, ovviamente inviano a mamma e papà con segnali di allarme. Tutte le informazioni arrivano ai genitori sullo smartphone tramite un’apposita applicazione.
In genere, se il dispositivo riscontra un problema – dal battito cardiaco a suoni insoliti – gli alert arriveranno tramite cellulare ma anche direttamente dalla stazione di ricarica. Il dispositivo, una volta raccolti i dati li archivia sul cloud in modo che possano essere controllati dai genitori anche quando si trovano lontani da casa. Il tempo di ricarica dei dispositivi è piuttosto veloce, la durata della batteria è piuttosto lunga. I materiali sono privi di tossicità e sono facili da indossare. Pare esclusa, infine, in questi modelli, l’emissione di radiazioni elettromagnetiche, buona anche l’impermeabilità.
Di seguito riportiamo il video che mostra l’utilizzo di un cardiobracciale per neonati
I dispositivi di sicurezza per bimbi in tante forme diverse…
Alcune aziende hanno immesso sul mercato questo tipo di dispositivi anche con forme diverse da quella classica del bracciale, ma soprattutto negli ultimi anni si riscontra una elevata produzione di dispositivi pensati appositamente per monitorare a distanza la situazione del neonato, dalle forme rassicuranti e familiari come il materassino, il calzino, la tutina, la culla. I sensori inseriti sono in grado di monitorare il neonato sin dai primissimi giorni di vita. Le pulsazioni, la temperatura corporea, il ritmo del respiro e i movimenti all’interno della culla, tutto viene controllato e le anomalie riscontrate nei parametri notificate sullo smartphone dei genitori, che possono così intervenire immediatamente.
Sempre più precisi grazie allo sviluppo di tecnologie, i monitor per neonati e tracker smart sono dotati, nei modelli più recenti, di funzionalità sempre più numerose. Esiste ad esempio, una vera e propria culla smart dotata di tutti i sensori necessari a controllare i vari parametri e con funzionalità che possono essere molto utili ai genitori. I microfoni e i sensori che si trovano nel microabitacolo avvisano quando il bimbo piange o si muove attraverso una notifica, ad esempio. Inoltre, sempre tramite l’apposita app, si possono attivare a distanza strategie di addormentamento.
Ci sono altri dispositivi invece che controllano i parametri vitali e i movimenti del piccolo senza che debba indossare un braccialetto che riescono a misurare il livello di ossigeno del sangue, il ritmo della respirazione e molti altri dati e parametri vitali. Spesso hanno la forma di semplice indumento e si tratta di apparecchi che riescono a rilevare le irregolarità nei cicli del sonno e i sintomi di malattie respiratorie come la polmonite, ad esempio.
E ancora: ce ne sono a forma di cavigliera, in grado anche questi di monitorare qualità del sonno, frequenza cardiaca, temperatura della pelle e posizione del bebè per accertarsi che non assuma posizioni che mettono a rischio la regolare respirazione. I dati sono consultabili direttamente dallo smartphone, grazie all’app collegata al dispositivo. Altri ancora somigliano a termometri. In questo caso il collegamento allo smartphone avviene tramite l’ingresso audio. Il dispositivo si mette sotto il braccio del bimbo e una volta aperta la app si può verificare la temperatura sullo schermo.
Il monitor fetale per sentire il battito anche quando è ancora nella pancia…
Terminiamo questa carrellata con un il doppler fetale o monitor fetale, apparecchio che permette ai futuri genitori di ascoltare i piccoli movimenti e rilevare il suono prodotto dal battito cardiaco del loro bebè in arrivo. Non solo, permette di controllare il numero dei battiti, in genere dalla dodicesima settimana in poi, e anche di registrali per ascoltarli successivamente collegando lo strumento al Pc.
Come funziona
Il dispositivo si basa sullo stesso principio fisico utilizzato dagli strumenti professionali di ginecologi e ostetriche. Gli ultrasuoni che vengono utilizzati dall’apparecchio funzionano ad una potenza molto bassa e perciò non sono dannosi né al bimbo né alla madre. Rimbalzando, sono restituiti amplificati sotto forma di segnali udibili all’orecchio umano, però vengono trasmesse solo informazioni audio e non informazioni video. È importante controllare che il doppler che si desidera acquistare sia conforme agli standard di sicurezza europei. I monitor doppler vengono utilizzati nel mondo da anni e hanno un elevato livello di sicurezza, non è mai stato riscontrato alcun effetto indesiderato.
Come si usa
Si raccomanda di utilizzarlo a partire dalla dodicesima settimana perché prima il bambino è ancora troppo piccolo per riuscire a rilevarne il battito.Il doppler deve essere mosso con calma e dopo ogni spostamento ci si deve fermare per alcuni secondi per avere un buon segnale, senza preoccuparsi se a volte non si riesce a carpire il battito nell’immediato.