Nel nostro paese il cavallo è un animale molto amato e molto diffuso, non solo per discipline sportive o agonistiche, ma anche come compagno di peregrinazioni sullo sfondo delle meravigliose scenografie che il nostro paese ci mette a disposizione.
L’impiego di questo animale per fini agonistici o di piacere risale indietro nel tempo fino al Medioevo, quando gli aristocratici e i nobili cominciarono a sfidarsi in tornei che prevedevano un addestramento sia dell’animale che del cavaliere e che tanto hanno contribuito alla creazione di miti e stereotipi vividi tutt’oggi.
Al Rinascimento risale invece la nascita delle prime scuole nelle corti europee con veri e propri insegnanti al servizio dei cortigiani.
La prima Accademia, da cui derivarono poi i maneggi, fu fondata a Napoli ed ebbe una tale, vasta eco che fino al Seicento inoltrato fu motivo di vanto per tutta la nobiltà europea poter dichiarare di aver ricevuto un addestramento presso questa scuola.
E molti maestri provenienti da questa Accademia fecero fortuna presso le più importanti corti europee.
Col tempo le accademie divennero luoghi sempre più esclusivi che diffusero l’arte dell’equitazione in tutta Europa, sperimentando nuove tecniche: la prestigiosa Scuola di Equitazione Spagnola di Vienna e il Cadre Noir di Saumur sono tutt’oggi illustri vestigia di un retaggio rinascimentale.
Nel 19° secolo l’addestramento del cavallo fu finalizzato agli scopi militari; contemporaneamente, soprattutto oltremanica, prendeva piede la caccia a cavallo e la monta in spazi aperti, prati o foreste.
- Salto ad ostacoli – la disciplina principe; all’interno di un circuito i concorrenti devono superare una serie di ostacoli di difficoltà variabile;
- Concorso completo – consta di tre prove: addestramento, cross-country (gara a tempo su terreno variabile con ostacoli naturali e artificiali), salto ostacoli;
- Dressage – il cavallo deve esprimere con eleganza ed in completa sintonia con il proprio cavaliere una serie di andature e di figure
Ma esistono molti altri sport e gare impostate sulla figura del cavallo: tutta l’ippica, il polo, gli attacchi, il reining, il volteggio e l’endurance. Senza dimenticare tutte quelle attività fatte per esclusivo piacere in compagnia di un cavallo.
Diventa allora auspicabile monitorare durante gli allenamenti che anche il lavoro del nostro animale venga svolto in maniera corretta per tutelarlo e prevenire infortuni.
Come per gli esseri umani la tecnologia provvede, fornendo, per esempio, una gamma di cardio frequenzimetri studiati apposta per il cavallo.
A cosa serve un cardio frequenzimetro?
Molti allenamenti tendono al miglioramento delle funzioni respiratorie e cardiovascolari per incrementare le capacità aerobiche e di recupero del cavallo. Oggi sappiamo che anche per i cavalli l’allenamento è un fattore individuale, variando la resistenza di ciascun soggetto all’intensità dell’allenamento in base a parametri del tutto personali.
Di cosa si tratta?
In linea di massima si tratta di apporre sulla pelle dell’animale, in determinati punti, degli elettrodi studiati appositamente che non creano alcun fastidio al cavallo e ai movimenti che deve compiere. Questi vengono poi messi in comunicazione wireless con un dispositivo da polso indossato dal cavaliere che può controllare sullo schermo in tempo reale i dati relativi al lavoro del cavallo.
Ovviamente questi apparecchi possono essere variamente sofisticati e poli-funzionali per cui possono registrare anche il battito cardiaco del cavaliere, la distanza percorsa, la velocità, il tempo impiegato e, se collegati al GPS, tracciano l’esatto percorso compiuto.
Ed esattamente come avviene per gli umani, anche in questo caso si può integrare un software che pianifichi, e successivamente analizzi, le sessioni di allenamento del cavallo.
I dati potranno poi essere scaricati e raccolti su un computer; dalla loro analisi sarà possibile metter a punto l’allenamento ottimale per il nostro amico quadrupede, scadenzando carichi di lavoro e prospettive di miglioramento.
E sarà un programma strutturato sulle sue caratteristiche specifiche.
Quali sono i vantaggi?
Un allenamento si basa sull’intensità: se questa è troppo elevata produce fatica e può causare incidenti. Per contro, allenarsi in modo troppo blando produce risultati minimi: ecco che monitorare la frequenza cardiaca permette di impostare il giusto carico di lavoro per ogni sessione.
Concludendo
A livello amatoriale vale la pena considerare che, in ultima analisi, l’obiettivo primario di questi dispositivi è il monitoraggio dello stato di salute e del benessere del nostro compagno di avventure