Un cardiofrequenzimetro serve principalmente a rilevare il battito cardiaco (battito del cuore per minuto, bpm). E’ poi in grado di trasformare tale valore nel dato della frequenza cardiaca. Questo tipo di informazione è utile sia per uno sportivo professionista che per un “dilettante”, che ha solo il piacere di rimanere in forma svolgendo un po’ di attività fisica. Teniamo presente, infatti, che durante qualsiasi attività fisica sarebbe consigliato utilizzare un cardiofrequenzimetro per monitorare l’attività del cuore.
Storia del cardiofrequenzimetro
Tale strumento, immesso sul mercato intorno agli anni ’70, nasce per un motivo ben preciso. Infatti, serviva per controllare la frequenza cardiaca di una squadra di sciatori della Finlandia, per la preparazione delle loro gare in alta montagna. Inizialmente, si trattava di un “aggeggio” ingombrante, quindi si diffuse poco e sembrava poco utile. Infatti, funzionava grazie a degli elettrodi posizionati in una fascia che andava collocata attorno al torace, molto vicina al cuore per poter cogliere la frequenza cardiaca. Poi, con l’avanzare della tecnologia, divenne sempre più smart e comodo da portare. Le sue dimensioni si rimpicciolirono, sparirono vari fili ingombranti e si arrivò all’individuazione di modelli più confortevoli ed accettati dagli sportivi, che erano sicuramente la clientela più esigente.
Cosa misura
Si tratta di uno strumento elettronico che, come abbiamo detto, serve a misurare il battito del cuore. Grazie a questo parametro, si può ricavare la frequenza cardiaca. Ne esistono diversi tipi. Normalmente, c’è il modello a fascia pettorale ed orologio ed un altro modello che rileva il battito dal polso.
La frequenza cardiaca massima, per esempio, è quella che possiamo controllare con il cardiofrequenzimetro e cioè il numero di battiti per minuto che fa il cuore sotto sforzo. La formula più utilizzata è quella di Cooper che calcola la frequenza massima così: 220 – età soggetto. Generalmente, si dovrebbe rimanere tra il 65 e il 75% della frequenza massima per portare avanti un buon allenamento e non affaticare troppo il cuore. Quando, invece, lo sforzo è in un valore inferiore al 45–50% della frequenza massima, ci troviamo di fronte ad un individuo che non sta utilizzando, nella maniera corretta, gli adattamenti corporei che ha a disposizione per allenarsi in modo efficiente.
Utilità
I cardiofrequenzimetri, attualmente disponibili sul mercato, sono diventati un oggetto cool che riunisce in un unico strumento funzioni appetibili, soprattutto per i cosiddetti sportivi amatoriali. Si va, infatti, dal contapassi al monitoraggio del sonno, dal riconoscimento dell’attività sportiva praticata (fino a 15 tipi) al GPS per tracciare il percorso, dal segnalatore di allarme se si supera la frequenza cardiaca massima impostata al “motivatore” per riattivare inattività dell’utente, ecc…
Per non parlare dell’attenzione rivolta al design e all’eleganza, soprattutto per i modelli da polso che si possono indossare tutto il giorno. Ne sono un esempio il fatto che alcuni modelli mettono a disposizione, nella stessa confezione, fino a 5 cinturini di diversi colori. Oppure hanno il display colorato touch screen personalizzabile, grazie ad alcune app. Questa è forse l’innovazione più grande che ha fatto questo strumento, cioè il collegamento con uno smartphone o con il pc, di solito tramite bluetooth.
Che aspettate a provarne uno? 😉